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la composizione del tondo di Denver, e la disposizione più tradizionale degli angeli potrebbe motivare la precedenza cronologica del trittico rispetto al tondo, in un arco di tempo comunque breve, poco dopo il 1520.
L’ultima opera accertata nel lodigiano è il polittico di Castiglione d’Adda.(160) Assegnato unicamente dal Porro al solo Alberto, il monumentale complesso è stato dibattuto dalla successiva critica fra entrambi i fratelli, in una datazione spesso troppo anticipata, che non teneva conto dell’effettivo grado di maturazione rispetto alle altre opere. A complicare il giudizio sul polittico da taluni è stato suggerito anche l'intervento del giovane Callisto, senza che si considerasse la sua giovane età e il differente inizio del suo percorso, ben documentato e in sintonia con la pittura bresciana del primo Cinquecento.
Col polittico di Castiglione d’Adda siamo di fronte all’opera di più alto livello qualitativo eseguita da Alberto nel lodigiano; rispecchia in pieno i caratteri dell’evoluzione in senso naturalistico, spaziale e formale che il pittore lodigiano si era prefissato di raggiungere. Se dal punto di vista strutturale non presenta particolari novità, in quanto si tratta di una evoluzione della tradizionale impostazione di polittico suddiviso in due grandi registri, con predella e cimasa, esiste un’enorme sviluppo per quanto riguarda la maturazione stilistica del suo autore. Seppure riproponga modelli simili a quelli già visti nei polittici Berinzaghi e Galliani, con la scansione di una figura per ogni pannello, vi si legge un grado di aggiornamento prima impensabile, una complessa e profonda rete d’influenze che toccano l’area toscana e quella ligure, insieme a recuperi fiamminghi, in un esito che definirei equidistante da Pier Francesco Sacchi (161) e da Andrea Solario. Per consentire che questa crescita prenda corpo, la datazione logica potrebbe essere verso la metà del terzo decennio, in anni nei quali il percorso di Alberto ci è completamente ignoto. E’ infatti ancora da spiegare il motivo della scarsità di opere collocabili tra il 1520 e la morte del pittore, avvenuta allo scadere del 1528 o nei primi mesi dell’anno successivo.(162) Una utile traccia viene però suggerita dallo stile di alcuni pannelli del menzionato polittico, nei quali appare esplicita la conoscenza sempre più attenta e aggiornata dei fatti liguri, spostando ancora una volta il baricentro dell'attività di Alberto verso ponente, dove il pittore aveva certamente mantenuto vivi i contatti iniziati parecchi anni prima. Nella tavola centrale del registro superiore con la Crocifissione si condensano i forti stimoli fiamminghi, ispirati in particolare alle opere genovesi di Gerard David, tanto quanto risente dell’interpretazione di Pier Francesco Sacchi.
E un importante tassello per
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