|
120) Alberto Piazza, San Bartolomeo, Crema, collezione privata
|
|
|
|
120a) Alberto Piazza, apostolo, Crema, collezione privata
|
|
|
|
121) Alberto Piazza, Apostoli (particolare della pradella), Castiglione d'Adda, chiesa dell'Incoronata
|
|
|
|
angeli in coro, nel pannello soprastante, è assai prossimo a quello nel gonfalone e la Madonna, nella medesima tavola, rispecchia con minime varianti la ricorrente tipologia della Vergine che Alberto propone anche nel trittico del Duomo.
A questi ultimi anni del secondo decennio risalgono verosimilmente alcune altre opere fra cui tre quadri di devozione privata. Con un leonardismo più accentuato si propone questa inedita Vergine col Bambino benedicente tra due angeli musicanti, di attuale ubicazione ignota (fig. ), che costituiva il pannello centrale di un complesso pittorico più esteso.(152) La figura della donna, se escludiamo il viso, ritoccato da un restauro, si affianca agli esemplari del polittico Berinzaghi e alla Madonna col Bambino già a Turano (Lodi, Museo Civico). In complesso il dipinto ha acquisito in monumentalità e in libertà esecutiva, tenuto conto dell’arioso paesaggio che avvolge la scena, del medesimo stampo che vedremo nelle opere seguenti. La più antica potrebbe invece essere la Vergine col Bambino e San Giovannino, appartenuta alla collezione Lederer di Vienna (153), dove l’ispirazione leonardesca si fonde con gli elementi tipici del suo stile. Se il viso allungato di Maria è simile nei lineamenti a quello per la medesima figura nel polittico Berinzaghi, la stesura sommaria del paesaggio con edifici arroccati rispecchia quella alle spalle degli Apostoli nella Morte della Vergine.
Nello stesso tempo, prima del 1520, si situa l’altro piccolo dipinto con la Madonna che allatta Gesù, di proprietà dei discendenti Borromeo di Milano (fig. ), insieme allo Sposalizio mistico di Santa Caterina, dell’Accademia Carrara di Bergamo (fig. ).(154) In quest’ultimo si legge una nota più classicheggiante, per non dire raffaellesca, al punto che Alberto sembra assimilare tendenze toscane del primo decennio del Cinquecento prossime ad Andrea del Sarto e ai suoi seguaci.
Poco dopo il 1520 mi sembra si possano collocare alcuni pannelli di predella provenienti da differenti complessi smembrati, che confermano la tradizionale attività di Alberto, orientata verso la pittura ufficiale. Questa era infatti la funzione della lunga tela, un tempo su tavola, con Cristo fra gli Apostoli, nella collezione Borromeo all’Isola Bella, della ricordata Adorazione dei Magi (fig. ) nel Museo Civico di Vicenza (155), e di un’inedita tavoletta col Miracolo di un Santo (forse Antonio abate) in collezione privata (fig. )(156) e della Pietà di Cristo tra le Sante Caterina e Agata, già a Roma nella collezione Visconti Venosta.(157) Nella predella vicentina Alberto raggiunge una compostezza certo inusitata, non solo frutto della rigorosa costruzione prospettica, a dimostrazione di quanto sia concreto e totale il processo in atto. I
|