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Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

27) Martino Piazza, Madonna col Bambino e l'angelo, ubicazione ignota

28) Martino Piazza, Madonna col Bambino, collezione privata

29) Martino Piazza, Madonna col Bambino tre le sante Caterina d'Alessandria ed Eufemia, collezione privata
propone di riconoscere in Alberto un artista sentimentale e flemmatico mentre Martino, con toni maggiormente leonardeschi, potrebbe aver avuto ispirazione sul giovane Gaudenzio Ferrari. Nel complesso si tratta di un contributo assai valido, anche se limitato, che lascia purtroppo una labile traccia nella storiografia, invariabilmente ancorata ad accettare la loro reciproca collaborazione. Dimostrazione di ciò è l’approccio proposto da Angiola Maria Romanini (49), che riconosce anche nell’unica opera del solo Alberto, il gonfalone dell’Incoronata, un’opera a due mani, dando credito alla ricordata nota nel manoscritto del Cernuscolo. Ciò consente alla studiosa "di poter notare, accanto allo spirito tutto imbevuto di bergognonismo cui è dovuta la parte inferiore del Gonfalone, la collaborazione di un artista di piglio più vigoroso [...] tutto preso, in particolare, dal fascino di Raffaello".(50) Ad Alberto, considerato dalla studiosa il più anziano, fa risalire la parte inferiore mentre il rimanente sarebbe del più aggiornato Martino. La Romanini è ancora legata all’errata interpretazione del passo del Lomazzo che voleva Alberto attivo ai tempi di Francesco Sforza. Per via di questa presunta arcaicità del pittore, la studiosa nega ad entrambi l’attribuzione degli affreschi all’Incoronata con i Santi eremiti. Successivi al gonfalone e sempre in collaborazione sarebbero sia il polittico in Sant’Agnese sia quello Berinzaghi, mentre nel trittico del Duomo, datato tra il 1514 e il '17 e considerato il suo primo impegno, Martino aveva già manifestato il proprio credo raffaellesco. Dobbiamo smentire che esista la data '1526' letta dalla studiosa (51) sul verso della tavola raffigurante la Madonna col Bambino in trono. Il Santo vescovo (da riconoscersi in Bassiano, patrono di Lodi) compagno del precedente pannello, in quanto provenienti entrambi dalla chiesa di Turano (Lodi, Museo Civico) è giudicato, invece, di Alberto. Ai Piazza e in particolare a Martino spetta l’esecuzione dell’affresco con l’Adorazione dei Magi nella chiesa di Santa Maria della Pace a Lodi, che dovrebbe, sempre a suo parere, risalire a dopo il 1525, anno della presunta consacrazione dell’oratorio. A Pasquale Rotondi va merito d’essere tornato ad esaminare il soggiorno savonese di Alberto (52), riprendendo il suggerimento dell’Alizeri. Egli assegna al nostro pittore la pala della cappella Spinola in Duomo a Savona, proponendo una datazione prima del 1514, anticipata rispetto al documentato soggiorno del 1517. L'attribuzione si regge sui confronti con le opere lodigiane, dalla Madonna agli stessi Santi dai volti affilati e dai corpi allungati, propri del polittico Berinzaghi, alle figure in quello di Castiglione d'Adda e nel gonfalone dell’Incoronata. A questo punto le carte sono mischiate come mai in precedenza. Ma proseguiamo senza perderci d’animo. Nessuna particolare

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