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sua ricerca anticlassica, eccentrica e scapigliata ha origine sin dalle prime opere. Personalmente non escluderei che i due si fossero già conosciuti proprio a Brescia e avessero rinsaldato una frequentazione che, sempre col beneficio del dubbio, continuò anche in seguito, quando col Romanino ormai affermato lo scrittore tornò nella città bresciana. E' interessante a questo proposito porre attenzione alla tela raffigurante San Rocco fra i Santi Cosma e Damiano, Nicola da Bari e Antonio abate (Brescia, Pinacoteca Civica Tosio Martinengo, inv. 1368) assegnata dal Nova a Moretto (n. 154, p. 361). A mio avviso questo dipinto è significativo per gli esordi del Nostro e costituisce l'anello di congiunzione per meglio comprendere il passaggio dalla Madonna col Bambino del Louvre alle opere immediatamente successive a partire dal Compianto dell'Accademia di Venezia, dipinto nel 1510 per la chiesa bresciana di San Lorenzo. Forse non sarà casuale la coincidenza che nasce dal sapere l'originaria provenienza della tela dalla chiesa di Sant'Eufemia, la stessa dove il giovane Folengo svolse gli anni del noviziato a partire dal 1508 fino al febbraio del 1512. E' quindi plausibile supporre che il giovane Romanino conoscesse il Folengo già prima di andare a Padova, proprio nei mesi in cui ebbe contatti coi padri del convento per l'esecuzione della suddetta tela. Queste nuove considerazioni confermano le ipotesi del Nova sul rapporto del nostro col padre della poesia maccheronica e sulla loro comune esigenza di un percorso anticlassico. Tali episodi attestano quanto fosse serrato il dialogo sulla questione della lingua fra gli artisti delle diverse discipline nei primi anni del '500.
"CRISTO E L'ADULTERA" DEL ROMANINO
Milano, 9 maggio 1996
La tela raffigurante Cristo e l'Adultera è una straordinaria opera inedita di Gerolamo Romanino (Brescia, 1484/87 - 1560). A differenza delle solite rappresentazioni del tema, con l'Adultera accompagnata da un manipolo di soldati, Romanino ritrae un gruppo di rustici e chiassosi popolani con, al centro, tra i due protagonisti, la probabile immagine del committente. Finora sconosciuta alla critica, appartiene alla maturità del grande pittore bresciano e va datata verso il 1540. Sono di utile confronto le ante d'organo con lo Sposalizio della Vergine, la Visitazione e la Natività, nel Duomo Nuovo (Brescia), e quelle col Giudizio e il Martirio di San Giorgio (1540) nella chiesa di San Giorgio in Braida a Verona. Nelle opere di questo momento la visione di Romanino si dilata nei volumi delle figure, sempre più massicci e monumentali, che ritroviamo identici nel Cristo e l'Adultera. Vi si riscontrano le medesime tipologie fortemente caratterizzate e certe delicate
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