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Bernardo e Antonio Marinoni

6) Bernardo o Antonio Marinoni, Angelo reggicartiglio Milano, Castello Sforzesco

7) Bernardo o Antonio Marinoni, Angeli reggicartiglio , Milano, Castello Sforzesco

mentre l'altro raffigurante Cristo benedicente attorniato da quattro apostoli, inseriti questa volta in tondi sempre a fondo oro, presenta caratteri più pungenti ad indicare, probabilmente, un maggiore arcaismo. Mi sfugge invece la differenza rilevata dal medesimo studioso circa il «grado qualitativo più modesto», dei pannelli appartenenti all'ancona dedicata alla Vergine, nella chiesa di Santa Maria al Monte di Nese (Alzano Lombardo) rispetto alla tavola con i Santi Gioacchino e Anna (9). Le opere del polittico, soprattutto i due elementi inferiori, sono in assoluta sintonia con la realizzazione di questo quadro tanto che sembrano eseguite dallo stesso autore nel medesimo periodo. Inoltre l'Angelo del registro superiore si accorda allo stile dell'artefice del polittico nel Santuario di Nostra Signora delle Lacrime a Ponte Nossa che, malgrado le forti influenze vivarinesche, resta pur sempre ancorato alla tradizione lombarda del dopo Foppa. A maggior ragione, se consideriamo questi stessi quadri a Monte di Nese e in collezione privata, rispetto ai due pannelli appartenenti alla chiesa di Sant'Alessandro in Colonna, che l'attuale restauro ha liberato dalle pesanti ridipinture, comprendiamo l'evoluzione di questo artista lungo un percorso che incomincia a prendere corpo. Il Polittico ad affresco nella chiesa dell'Addolorata a Nembro si riconduce a questa fase tanto quanto l'altro complesso nel Santuario della Trinità a Casnigo (ove la vena più popolare e bonaria potrebbe essere imputata ad un parziale collaboratore) e alle cuspidi di polittico conservate al Museo Diocesano di Bergamo, già avvicinate al Cristo risorto nella chiesa di San Giorgio a Nese (10). A quest'epoca, probabilmente durante il primo decennio, risalgono le due , inedite cuspidi frammentarie raffiguranti ciascuna un angelo reggi cartiglio, inserito in un tondo a fondo oro. Sono collocate nei depositi del Museo del Castello Sforzesco di Milano (11), bisognose di un intervento conservativo. Le iscrizioni anticipano la nascita del Battista e sono da porre in relazione con i molti complessi pittorici smembrati, di cui restano ancora diverse testimonianze nella bergamasca. In questo preciso contesto si inserisce, quale ritrovamento tra i più interessanti, la grande tavola raffigurante l’Adorazione dei Magi (12), che mi ha offerto lo spunto per intervenire su questo argomento per il quale desideravo da tempo proporre un chiarimento. La Vergine è seduta sull'ultimo gradino della scala in pietra sulla destra del grande pannello, rivolta di tre quarti verso l'osservatore e col viso reclinato sul Bambino in grembo. Quest'ultimo benedice il primo re prostratosi ai suoi piedi, mentre Giuseppe, che fa capolino attraverso l'arco, mostra il dono appena ricevuto. Gli altri magi in piedi accennano gesti di riverenza e di omaggio. Sorprende a questo proposito la somiglianza dal punto di vista compositivo con il medesimo episodio narrato nell'antella di destra del tabernacolo di

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