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per fortuna ininfluente per la lettura dell'opera. Sono emerse le tipologie femminili proprie del suo repertorio, con lo sguardo attonito e distaccato dai sentimenti ma dal profilo elegante. Le figure, imponenti nelle proporzioni, respirano e prendono risalto sul fondo azzurro del cielo e anche i gesti delle due donne hanno acquistato una più spontanea libertà. Come due ancelle o vestali appaiono nei loro eleganti abiti, la tunica verde acqua della Santa Caterina (Fig.) che contrasta con l'ampio panneggio color mattone raccolto dal gesto della mano mentre Sant'Eufemia (Fig.) vestita da più delicati colori screziati che risaltano sull'ocra del morbido mantello che le casca sul davanti. Al suo incedere il movimento arioso della tunica suggerisce il preciso confronto con i 'due angeli musicanti' (Londra, National Gallery, Fig. ) che accompagnavano la 'Vergine delle rocce' di Leonardo nella sua collocazione originaria. L'autore è Francesco Napoletano, pittore che sta acquisendo grazie ai più recenti studi (4), una connotazione primaria tra i discepoli di Leonardo a Milano e probabilmente anche quale suo fidato collaboratore. Simile è il movimento del piede che calza il sandalo e il vorticoso incresparsi della veste. In compenso la componente raffaellesca che interviene nella pala dei 'Tre Arcangeli' (Pinacoteca di Brera) è ancora assente a testimoniare una datazione da meglio precisare ma circoscrivibile agli ultimi anni del Quattrocento. Ma il legame fra il nostro pittore e Francesco Napoletano non si limita a queste somiglianze dal momento che ritengo vada assegnata a Marco d'Oggiorno l'esecuzione della lunetta col 'Cristo sorretto dalla Vergine e San Giovanni evangelista' che sormonta il 'polittico di San Nicola da Tolentino' (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo, già nella chiesa di San Barnaba).
Alla collaborazione tra Francesco Napoletano e Vincenzo Civerchio, autori nel 1495 dei tre pannelli sottostanti, si aggiungerebbe dunque anche Marco, con un dipinto che mi sembra particolarmente prossimo alla realizzazione dell'affresco di Oggiorno. Sono infatti somiglianti al punto da essere sovrapponibili le teste della Santa Caterina e dell'Evangelista Giovanni, in una realizzazione che riporta in discussione anche la lunetta col medesimo soggetto conservata nella Pinacoteca Civica di Savona. Eseguita con una stesura leggermente più sciolta rispetto a quella bresciana, la lunetta va accettata fra le opere di Marco, quale unico esemplare dell'attività ligure, se si eccettuano i cartoni per le tarsie lignee nel Duomo. L'episodio oggiornese verrebbe quindi a precedere il soggiorno di Marco a Savona, che sappiamo documentato nel 1501 e per un perduto trittico commissionato nel 1503. (5) Se dopo questa digressione torniamo a
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