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tra cui il pittore Aurelio Luini, figlio del più noto Bernardino, esamina il risultato. E quale risultato ha riportato alla luce il recente restauro, che ha ridato splendore e intensità alle due grandiose scene della Natività e dell’Adorazione dei Magi, alla Crocefissone, alle Sibille, ai Profeti e agli Evangelisti.
Nato a Bergamo verso il 1540, il Peterzano, si formò a Venezia, probabilmente presso la bottega di Tiziano, dove sono documentate parecchie opere del pittore in collezioni private. Una tela particolarmente significativa a questo riguardo è quest’Allegoria della musica in veste di cortigiana discinta che suona il liuto in compagnia di un amorino che le espone il testo (olio su tela, cm 105 x 95), finora attribuita ad un altro artista veneziano di nome Parrasio Micheli. Ma la tela si confronta con assoluta certezza con le opere più venete del Peterzano. In particolare con la tela recentemente acquisita dalla Pinacoteca di Brera.
Un’altra opera finora ignorata è quella che ho recentemente restituito al pittore, conservata nella sala capitolare della chiesa di San Francesco di Paola, in via Manzoni per intenderci. Raffigura una sobria e monumentale Madonna col Bambino incoronata da due angeli, che risalta in piedi all’interno di una navata su un fondale architettonico dalle tonalità neutre del grigio. Dipinta quasi certamente per un altare dedicato all’Incoronata, la tela, per la semplicità didascalica dell’immagine, incarna pienamente i dettami controriformistici che imponevano al pittore la realizzazione di opere che permettessero una immediata identificazione del soggetto. A questo dipinto si legano la Pentecoste nella chiesa ormai sconsacrata di San Paolo converso, in corso Italia, e la poco nota Assunzione della Vergine nella parrocchiale di Vertemate, in provincia di Como.
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