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Giovanni Agostino da Lodi ovvero l'Agostino di Bramantino: appunti per un unico percorso

9) Giovanni Agostino da Lodi, Arciere, collezione privata

annunciante al cui verso è dipinto l'Evangelista seduto (Berlino, Staatliche Museen) (44), e ai Santi Giovanni Battista e Gerolamo, nella sacrestia della chiesa di Santo Stefano a Venezia. Questo nucleo di opere, omogenee dal punto di vista stilistico, vanno, a mio parere, a distribuirsi in un non esteso lasso di tempo, durante gli ultimi tre o quattro anni del secolo (45). La complessa ideazione architettonica della Pala di Murano si spiega attraverso un'approfondita formazione in senso strettamente prospettico, come pure la realizzazione dello spazio interno con l'arco sul fondo, dietro al trono della Vergine, la serie di citazioni dall'antico e la presenza delle maestose figure di Santi testimoniano i precisi rapporti con la cultura bramantesca e bramantinesca ora accennati. Molti particolari della pala conducono alla stessa origine culturale che ha le sue radici in Foppa: tra questi ricordo le due storie a monocromo alla base del trono, con la funzione di illusori bassorilievi (l'uno circolare raffigurante il guado di San Cristoforo, indicativo dell'originaria provenienza dalla chiesa omonima, e l'altro, più nascosto e di non semplice interpretazione, con quattro figure, tre delle quali maschili) e le due teste di profilo laureate e clipeate, inserite nelle alte paratie del trono. A questa medesima cultura rimanda la statuaria rigidità dei Santi, accentuata dalle pieghe secche e taglienti delle vesti quali si vedono soprattutto nel Battista ammantato da un panneggio molto aderente; aspetto questo che è particolarmente significativo per indicare una data di esecuzione dell'opera ancora entro il Quattrocento, al contrario di molti altri esempi del pittore che, proprio per questo differente modo di piegare le vesti, con un andamento più ampio e flessuoso, vanno piuttosto situati in varie fasi successive. Anche il libero orientarsi degli angeli musicanti ai lati della Madonna, con le leggere tuniche svolazzanti, e il volteggiare sicuro della bandiera sull'asta di San Giorgio, rispondono alle regole di questo preciso indirizzo dell'artista, sul quale lasciano anche un segno percepibile la diretta conoscenza della Pala di San Cassiano di Antonello da Messina (Vienna, Kunsthisorisches Museum) e il contatto quotidiano con le opere vivarinesche e belliniane dell'ultimo decennio del secolo. Altrettanto si può rilevare nei Santi Giovanni Battista e Gerolamo, nella sacrestia della chiesa veneziana di Santo Stefano, e in quella magistrale prova che è lo scorcio col teschio, il libro e il crocifisso ai loro piedi. Nello Sposalizio mistico di Santa Caterina e un donatore, conservato nella medesima sacrestia, mi sembra di leggere un'evoluzione rispetto alla Pala dei Barcaioli, per via dell'importante inserto paesaggistico a lato del roseto e per una stesura

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