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Giovanni Agostino da Lodi ovvero l'Agostino di Bramantino: appunti per un unico percorso

29) Giovanni Agostino da Lodi, Adorazione dei Magi, già Londra, collezione Graham

di Ascona (Ticino). Un'ulteriore prova di tale frequentazione è inoltre fornita dalla commissione della pala di Gerenzano (87), che verrebbe così a seguire la committenza certosina, per aprire anzi una nuova fase a cui ritengo appartengano le opere che seguono nel testo. Nel percorso artistico del pittore vanno inoltre aggiunti due dipinti inediti di uguale soggetto. Si tratta del quadro già presso la collezione Nicholson a Londra, sinora noto come giovane donna di profilo (ill.) e pubblicato dal Malaguzzi Valeri (88) e da Suida (89). In un restauro di alcuni anni or sono la tavola si è dimostrata completamente ridipinta nello sfondo; la pulitura ha rivelato una nuova immagine che comprende due figure maschili ai lati della giovane, riconducendo l'opera alla stesura originale ignota agli studi e permettendo di chiarirne il soggetto: è l'Adultera con i polsi legati da un sottile nastro verde accompagnata dagli sgherri (ill.) (90). Lo stato frammentario impedisce di conoscere il resto della composizione che doveva certamente avere un altro personaggio, probabilmente si tratta di Cristo, testimoniato dal lembo di veste visibile davanti alla donna. Quest'ultima conserva le tipiche e raffinate fattezze comuni alle figure femminili dell'artista di Lodi; alla sua elegante tipologia, dalla particolare pettinatura con la chioma che le scende lungo la schiena, ora si affiancano i due sgherri di veristica fattura. Un'ancora più raffinata preziosità caratterizza l'altro quadro con Cristo e l'Adultera (ill.), passato ultimamente sul mercato antiquario francese (91). Accompagnata da due armigeri, nuovamente ispirati alle fisionomie leonardesche che segnano in maniera distinta anche il vecchio barbuto sulla destra, la damigella presenta notevoli richiami formali con l'opera di Boccaccio Boccaccino, tanto da giustificarne parzialmente la passata confusione. Lo straordinario sboffo in gradazioni violacee dell'ampia manica, annodata con graziosi fiocchetti, si conclude nell'esile mano dalle dita sottili che, nel garbato gesto di sollevare la lunga veste, è del tutto simile, anche se più slanciata, a quella della Maddalena nel pannello del Museo di Castelvecchio (Verona). Ugualmente, la raffinata acconciatura alla moda, a boccoli dorati con gioie e perle, così prossima a quell'altra stupenda che agghinda l'Allegoria femminile che si specchia, nel disegno ricordato all'inizio del testo, rende questa figura una delle più eleganti tra quelle dipinte dall'Agostino di Lodi. Ma tutto il quadro si misura su questi ritmi, dal particolare dell'elsa colpita dai bagliori di luce ai gesti posati di Gesù, in un dialogo di sensibile intonazione. Alle loro spalle il paesaggio roccioso ed impervio, disseminato dalla varietà di alberi tipica del suo repertorio, e il cielo tempestoso, dalle tonalità contrastate, indicano

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