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ad un disegno raffigurante un'allegorica figura femminile (ill. ), apparso in una vendita a New York e che ho già avuto l'opportunità di segnalare (12) proprio per questa fondamentale ragione. Il foglio per questioni di stile appartiene al 'corpus' grafico dello Pseudo Boccaccino e reca, inoltre, l'importante scritta "joa agustin da lodi", in una grafia a penna che risale ai primi del Cinquecento e che non è escluso possa trattarsi anche della firma del suo autore; questo significativo esempio viene così a confermare sia l'identificazione dell'anonimo artista con Giovanni Agostino da Lodi, sia il corretto riferimento a questo pittore del gruppo di disegni riferito dalla critica allo Pseudo Boccaccino. Adolfo Venturi (13) è tra i primi ad accogliere favorevolmente la proposta del Malaguzzi Valeri; egli però interpreta in modo negativo lo spirito eccentrico e stravagante manifestato dal Lodigiano, giudicando il pittore imitatore pedissequo del Boccaccino riducendogli notevolmente il numero delle opere in catalogo. Un atteggiamento differente è quello assunto dal Gamba (14), il quale contribuisce ad incrementarne il 'corpus' con l'aggiunta della Pietà nella collezione Franchetti (Venezia, Galleria della Ca' d'Oro). Nei contributi di Suida durante gli anni Venti (15) permane, invece, l'incertezza nell'accogliere l'una o l'altra indicazione a proposito dell'effettiva identità dello Pseudo Boccaccino. Lo studioso ritiene che il pittore Giovanni Agostino da Lodi sia unicamente l'autore della tavola firmata, ora a Brera, e lo considera un mediocre artista che ha copiato un originale eseguito dallo Pseudo Boccaccino. Nel contempo egli contribuisce ad ampliare il catalogo di quest'ultimo, fino al più recente articolo (16), con opere quali l'Adorazione dei pastori ora ad Allentown (Allentown Art Museum, lascito Kress) e il ritratto maschile al Metropolitan Museum di New York; va invece respinta la piccola Adorazione dei pastori del Cleveland Museum of Art (Cleveland), da considerarsi piuttosto opera di un ancora anonimo lodigiano della fine del '400. (17) Riserve più recenti circa il riconoscimento a Giovanni Agostino del gruppo di opere distinte dal Bode vengono indicate da Rusk Shapley e da Zeri. (18) Un nuovo impulso agli studi si è verificato in quest'ultimo decennio, in seguito al ritrovamento del documento che attesta la reale presenza del pittore lodigiano a Venezia. (19) In occasione del quinto centenario della nascita di Giorgione, Decio Gioseffi, intervenendo al Convegno di Castelfranco Veneto (20), sviluppa ed amplia la sua precedente proposta (21) che intende riconoscere nel pittore originario di Lodi sia l'Agostino Milanese o Agostino di Bramantino delle fonti lombarde sia l'Agostino delle Prospettive delle fonti bolognesi. Anche il Lucco (22) e lo Sgarbi, pur differenziando
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