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Narodni Galerie di Praga. (62) L'inedita tavola è certo ispirata a stampe di scuola nordica ed in particolare l'idea compositiva, per l'analogo svolgimento della scena in senso orizzontale, si modula sul ricordo dell'incisione a bulino di Martin Schongauer raffigurante il Trasporto della Croce. Ma si tratta unicamente di una traccia sulla quale Giovanni Agostino ha proceduto secondo il proprio personale stile, ben riconoscibile nei gruppi di personaggi che compongono l'opera, da quello con i soldati d'innanzi alla croce al bellissimo corteo con i due ladroni condotti verso la cima del Golgota, che per le esili figure è così simile al particolare con lo stesso soggetto nel quadro di Poznan, fino alla magnifica serie di sei uomini a cavallo sullo sfondo celeste del cielo. La vena accentuatamente realistica che normalmente lo contraddistingue viene evidenziata dai colori smaltati e dai toni squillanti come già si verifica nella Madonna con i devoti di Capodimonte. Il dipinto è ricco di gamme cromatiche cariche di luce, dai grigi argentei delle corazze ai rossi e a tutta una serie di sfavillanti tonalità di cui sono intrisi gli abiti; è soprattutto a partire dalle opere situabili all'inizio del secolo che nella tavolozza di Giovanni Agostino interviene una più accentuata sensibilità nei confronti degli effetti tonali forti e vivaci, che sono forse indice del nuovo interesse verso il quale si orienta il pittore. La veste giallo dorata dell'arcigno vecchio che allontana le Pie donne, e da cui fa capolino lo sguardo trasognato dell'Evangelista Giovanni, è del tutto simile a quella dell'angelo musicante (ill.) nella Pala di Gerenzano, ispirata in entrambi i casi all'indimenticabile e già ricordata Giuditta di Giorgione. Al legame ininterrotto con la più volte menzionata cultura milanese si aggiunge, in questo quadro più che in altri, il segnale di un possibile contatto con le contemporanee prove di Andrea Solario come testimoniano alcune somiglianze soprattutto con la Crocifissione del 1503 (Parigi, Louvre). A questo punto vale la pena introdurre un altro aspetto che ritengo possa riguardare direttamente l'artista lodigiano. Tutti i legami culturali e gli elementi stilistici che contraddistinguono la personalità di Giovanni Agostino sembrano in effetti confermare le intuizioni dello Gioseffi, accennate nella parte iniziale di questo testo; con esse sembra di poter ritenere sempre più probabile che nella figura del pittore si assommino almeno uno se non entrambi quegli artefici sinora anonimi, più volte ricordati dalle antiche fonti storiche, sull'identificazione dei quali la critica ha in passato preso varie posizioni e proposto diverse soluzioni. (63) Per quanto riguarda l'apporto offerto da Giovanni Agostino si è
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