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Spunti sulla diffusione di un tema leonardesco tra Italia e Fiandra sino a Lanino

la Vergine, Gesù e l'agnellino' e alla 'Madonna dei fusi'(40); anche se va rilevato che la maggiore sensibilità nei confronti dell'arte di Leonardo si manifesta non prima del secondo decennio (Quentin Massys, Madonna che bacia il Bambino, datata 1514, Berlino), emerge che anche la fortuna del nostro tema al nord si verifica negli stessi anni. Anche l'arte lombarda degli inizi del Cinquecento risente degli apporti fiamminghi soprattutto nell'esposizione del paesaggio, ma i fitti scambi intercorsi in questi anni sono un argomento assai esteso per essere anche solo accennato. Valga per tutti l'importanza testimoniata dall'apertura alla trattazione di nuovi argomenti, da un lato, e la capacità rappresentativa della natura, dall'altro. Il fatto che il motivo iconografico permanga identico dovrebbe far riflettere sull'esistenza di un comune cartone, o di più copie di questo, al quale hanno via via attinto i vari artisti. Bisogna a mio avviso porsi anche la domanda se non sia Ambrosius Benson, notoriamente di origine lombarda, come appare dall'iscrizione alla Gilda di Bruges del 21 agosto 1519, e forse milanese, il tramite più antico di certe idee leonardesche nelle Fiandre. La sua attività è conosciuta solamente da quando si stabilisce a Bruges e non si può certo negare che opere come la 'Sacra Famiglia con San Giovannino' (Norimberga, Germanisches Nationalmuseum) e la 'Carità', pubblicate da Friedländer (41) non evidenzino quei ricordi nord italiani e presuppongano la giovanile formazione leonardesca, che andiamo cercando, aprendo anche lo spiraglio a sicuri rapporti col pavese Pier Francesco Sacchi, che trovano riscontro inverso nell'adesione di quest'ultimo ai modelli fiamminghi di Gerard David, che saranno presto resi noti dallo scrivente (42). Quanto abbia influito il suo apporto è per ora ignoto. Resta da valutare se un quadro quale quello ascritto alla scuola di Leonardo, raffigurante la 'Vergine e il Bambino che coglie il fiore d'aquilegia', del Denver Art Museum di Denver (43) /ILL / non possa essere l'esempio che cerchiamo per indicare questi primi legami di leonardismo nelle Fiandre. Il dipinto, attribuito in passato ad Ambrogio de' Predis, presenta le caratteristiche superfici smaltate che fanno pensare ad un pittore fiammingo sensibile alla cultura artistica di Leonardo o, piuttosto, ad un artista leonardesco trasferitosi al Nord, che riveste con panni adatti, alla maniera di Gerard David, Isenbrandt, Cleve e Massys, la sua iniziale formazione milanese. Non va d'altro canto dimenticata la lezione leonardesca diffusasi assai presto anche presso alcuni artisti francesi, come bene documenta l'interessante esempio risalente al 1520, raffigurato nella tavola centrale del trittico nella chiesa di Saint-Pantaléon presso Autun (44) ed esposto quest'anno a

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