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ben riconosciuta presso i contemporanei e, per così dire, testimoniata proprio dalla fortunata diffusione delle immagini e dei temi da lui creati è, più ancora, sottolineata dall'ampio e generale mutamento raggiunto dopo le sue proposte dalle arti figurative nella direzione di una naturale e profonda esposizione dei sentimenti. Leonardo per primo tenta di trasmettere con la massima naturalezza le sensazioni e le emozioni da lui vissute. In questo contesto, l'evoluzione dell'approfondimento che egli attua credo abbia il suo raggiungimento centrale nel rapporto di eguaglianza tra i due bambini, il suo punto finale proprio nella raffigurazione di quest'abbraccio libero da vincoli dogmatici, meta più intima e quasi trasgressiva di un percorso che abbiamo visto crearsi come modello in ambito sacro. Al di là della calorosa manifestazione di affetto quasi mistico, è indubbia l'ambigua vicinanza alla sensualità del gesto, un bacio o quasi, trasgressivo al punto che il Réau lo definisce "d'une grace androgyne" (18). Tra gli artisti che maggiormente amarono il tema qui trattato si annovera sicuramente Marco d'Oggiono, che sappiamo essere stato tra i primi allievi dello studio di Leonardo, documentatovi già il 7 settembre 1490; proprio per le numerose versioni allestite (19), esiste il chiaro sospetto che l'artista conoscesse molto bene l'originale del maestro, sia esso stato un dipinto o un semplice cartone preparatorio. Il fatto che il motivo venga sempre riprodotto secondo la medesima identica composizione depone appunto, come già la critica ha ben illustrato in passato, per un'unica fonte famosa alla quale attingere. Come ho recentemente indicato, ritengo che la versione più antica tra quelle note sia quella di proprietà della Regina d'Inghilterra (Hampton Court) (20) /ILL /, "proprio perchè in essa si compie una maggiore fusione degli elementi leonardeschi, da datare verosimilmente agli inizi del primo decennio" (21). Successiva a questa penso sia l'altra redazione già a Londra nella collezione Mond ed in seguito apparsa a Milano in Finarte nel marzo 1963 /ILL /, caratterizzata dal bel paesaggio con la veduta della fortezza sul limitare di un fiume che potrebbe essere l'Adda. Un interessante contributo giunge ad illuminare questa situazione: è merito del ritrovamento da parte di Mauro Natale, che ringrazio di cuore per la gentile segnalazione, di un documento presso l'Archivio Borromeo all'Isola Bella (Novara), in cui si fa esplicito riferimento, nell'anno 1513, ad un quadro di Marco d'Oggiono raffigurante proprio 'Gesù Bambino e San Giovannino abbracciati'. E' possibile che si tratti dell'esemplare ricordato da Suida nella stessa collezione Borromeo (....... ). Grazie a questa notizia siamo ora nella condizione di affermare con certezza che
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