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'Carta di tornasole' : la pala di Giavan Francesco Bembo con i santi Stefano e Francesco

21) Giovan Francesco Bembo, Scena della vita di Santo Stefano, Bergamo, Accademia Carrara

secondo quanto scrive il Vasari nella vita di Polidoro e Maturino, sulla facciata del palazzo romano del cardinale Soderini era ‘appresso un'arme di papa Leone, di ignudi di mano di Giovan Francesco Vetraio’ (18). Francesco Soderini, nominato cardinale di Volterra da Alessandro VI il 31 maggio 1503 (19), partecipò al conclave che l'11 marzo 1513 elesse papa Leone X, al secolo Giuliano de' Medici; i rapporti tra i due fiorentini dovettero essere improntati, almeno apparentemente da quanto risulta agli inizi del pontificato (20), alla massima stima se poco dopo la sua nomina il pontefice fece liberare dall'esilio a Ragusa il gonfaloniere Pier Soderini, fratello del cardinal Francesco, e lo accolse a Roma. La fiducia di Leone X nei confronti del Soderini dovette durare fino quando, nell'aprile del 1517, venne scoperta la congiura tramata contro il papa da parte di alcuni cardinali tra cui quello di Volterra (21). Al concistoro dell' 8 giugno, nel quale si espressero aspre critiche verso l'ingratitudine di coloro che ricolmi di onori e di benefici complottarono il tradimento, il Soderini, che in un primo momento negò ogni colpa, dovette successivamente confessare la propria collaborazione, implorando la grazia del pontefice: il consesso dei cardinali impose a lui e al cardinale Adriano Castellesi da Corneto, entrambi riconosciuti colpevoli, una multa di 12500 ducati, poi raddoppiata. Il Soderini, temendo per l'incolumità personale, il 20 giugno si trasferì a Palestrina presso i Colonna e in seguito andò a Tivoli e a Napoli (22). Grazie al permesso papale, per ottenere il quale intercedette Francesco I, il cardinale si poté stabilire a Fondi in una sua proprietà, promettendo che non avrebbe lasciato il regno di Napoli; dice infatti il Pastor: ‘a ragione il papa non si fidava di lui, che solo dopo la morte di Leone X poté tornare a Roma’ (23). Alla luce degli eventi che coinvolsero il cardinale toscano dobbiamo supporre che egli facesse affrescare l'arme del pon¬tefice sulla facciata del proprio palazzo (24) tra il 1513 e il 1517, non oltre questo termine. Potrebbe essere stato un segno di riconoscimento in occasione dell'elezione di Leone X oppure all'epoca della riconciliazione tra le due potenti famiglie fiorentine, nella circostanza della sospensione dall'esilio del fratello o, ancora con maggior probabilità, potrebbe risalire al momento che maggiormente esaltò i rapporti intercorsi tra i due personaggi: l'avvenimento in questione è la nomina del cardinale Soderini a legato del papa in Roma quando quest'ul¬timo dovette abbandonare la capitale per incontrarsi con Francesco I a Bologna, nel dicembre del 1515. Il Soderini giunse a Roma

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