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(16). In essa il giovane seguace del Montagna fornisce la prova più matura della propria dimestichezza nell'approfondimento di temi e modelli di stampo veneto, più volte rilevati, ai quali aggiungerei i legami con Benedetto Diana e, soprattutto, accordandosi alla fresca ventata nordica e dei lombardi. Quanto sia complessa e ramificata la situazione figurativa testimoniato da un altro quadretto raffigurante l’Adorazione dei pastori (fig. 8) assai simile al precedente, comparso ultimamente sul mercato antiquario milanese. Ripropone il medesimo soggetto in una tavola di dimensioni ancora più ridotte (17). Il suo autore si colloca in una posizione intermedia tra ricordi e suggestioni milanesi di stampo bramantinesco e la visione tonale veneta. Se non sembra accettabile il nome di Altobello, anche quello di Vincenzo Civerchio, proposto oralmente da un critico, non convince appieno per la libertà e la freschezza, non soltanto cromatica, che il dipinto sprigiona. Basti osservare l'esemplare qualità dei due angeli, non più destinati a semplici comparse, e l'intelligenza con la quale l'autore sposta a fulcro della scena la Vergine, con il San Giuseppe che sembra costituire una prova d'azzardo prospettico, per lo scorcio del volto e quelle dita affilate e aperte come a definire un solido. La discendenza montagnesca di Altobello, ora meglio precisata, può aver favorito una successiva frequentazione fra i due artisti? Per rispondere a questa domanda vediamo se è possibile reperire nel successivo percorso del Montagna qualche sintomo che suggerisca questa eventualità. Nel 1512 è documentato a Bartolomeo Montagna l'affresco con la Ricognizione del corpo di Sant'Antonio, nella Scuola del Santo a Padova, dove sembra scolastico leggervi oltre ad un evoluzione compositiva in senso maggiormente dinamico, un mutamento verso la più intensa ed incisiva espressività dei personaggi. Ritengo che questo cambiamento vada posto in relazione con la presenza nel veneto orientale di giovani pittori dalla diversa formazione, aperti ad un linguaggio di comunicazione con la realtà; mi sembra che questo mutamento di rotta del Montagna si possa far risalire alla conoscenza delle novità apportate in questo senso dal Romanino e da Altobello; il primo presente proprio a Padova tra il 1513 e il '14, dove esegue la Madonna e Santi e l’Ultima Cena per Santa Giustina, ma nella produzione del quale si profila un precedente contatto con l'ambiente veneziano più aggiornato per quanto esprime nel Compianto del 1510, ora nella Galleria dell'Accademia di Venezia, nel polittico per la chiesa di San Cristo a Brescia, i cui pannelli sono divisi tra il Museo di Kassel e la collezione Cunietti di Milano, e nella Vergine col Bambino e Santi,
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