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Per Altobello giovane

1) Altobello Melone, Adorazione dei pastori, Mantova, Galleria di Palazzo Ducale

3) Altobello Melone, Madonna col Bambino e San Giovannino, Bergamo, Accademia Carrara
Alle note divenute giustamente famose riguardanti il percorso giovanile di Altobello Melone (1) mi ricollego per assegnare al pittore cremonese un altro tassello utile ad illustrare un aspetto particolarmente precoce dei suoi esordi. Quegli esordi che ultimamente hanno trovato un significativo contributo nella notizia che suggerisce la sua nascita verso il 1490, come conseguenza del fatto che nel 1513 il pittore doveva avere poco più di ventidue anni (2). Nell'ambito della cultura veneta di terraferma, precisamente indicata da Federico Zeri e da Mina Gregori per l'iniziale formazione del giovane, si innesta questa raffinata tavola di piccole dimensioni raffigurante l’Adorazione del Bambino (fig. 1), conservata nelle sale non aperte al pubblico della Galleria di Palazzo Ducale a Mantova.(3) Pubblicata diversi anni or sono con l'attribuzione a Baldassarre Carrari nell'esemplare catalogo della mostra di Melozzo da Forlì (4), l'opera è rimasta tralasciata dalla più recente critica, malgrado appaia insostenibile il riferimento al legnoso quanto ripetitivo pittore romagnolo, che tuttora accompagna la tavola nell'inventario del Museo (5). Essa, al contrario dimostra, pur nell'impaccio ancora dovuto alla fragile e sperimentale formazione artistica, quello spirito fortemente arguto che di lui fece affermare al Longhi quanto fosse "uno dei giovani più moderni ed audaci che contasse nei primi decenni del Cinquecento la pittura dell'Italia settentrionale" (6). E la perspicacia di questa intuizione è confermata dai dati stilistici che mettono a nudo un percorso di Altobello particolarmente interessante, che si sviluppa probabilmente a partire dal secondo quinquennio del Cinquecento. Il suo trasferimento avviene verso levante, lungo quell'asse lombardo-veneto che coinvolge altri grandi maestri del rinascimento padano come Giovanni Agostino da Lodi, Gerolamo Romanino, Savoldo, Alessandro Bonvicino detto il Moretto e Bartolomeo Veneto, per nominare i giovani più promettenti (7): come già preannuncia la Madonna col Bambino e San Giovannino (Bergamo, Accademia Carrara) (fig. 3)a suo tempo segnalata da Zeri, che ne ha evidenziata la dipendenza dall'ambiente veneto più tedeschizzante, non vanno sottaciuti i precisi riscontri indicati dal Grassi, sia per Altobello sia per il Romanino, con le opere di Giovanni Battista Cima. L'opera dell'Accademia Carrara, considerata la più antica del nostro pittore, appare il giusto tramite alla comprensione dell’Adorazione di Mantova; con essa condivide la traslucida secchezza dei panneggi, come bene testimonia il tessuto chiaro che avvolge il capo della Vergine e sul quale è seduto il Bimbo, se confrontato con i riflessi creati dal grande mantello della Madonna inginocchiata sul figlio. Anche il viso ovalizzato della donna, gli scorci bruschi degli arti dei personaggi, la luce solare che pervade entrambe le scene sono, insieme al paesaggio

NOTE

AVANTI

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 -