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10) Francesco Prata, Presentazione al Tempio, olio su tavola, collezione privata
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11) Francesco Prata, Adorazione dei Pastori, tempera su tavola di pioppo, Bergamo, Galleria Lorenzelli
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maggiormente matura, assai prossima al fondamentale Sposalizio, collocherei un'insolita e compositivamente serrata Sacra Conversazione (15), nella quale la Vergine si rivolge con io sguardo a San Giuseppe mentre sostiene Gesù sdraiato e proteso verso Sant'Elisabetta e San Giovannino. Quest'ultimo si appoggia su di un simbolico globo terracqueo che risulta ben visibile alla base del piccolo dipinto. Il riferimento al Prata non lascia dubbi per una serie di elementi che hanno riscontro proprio nella pala in San Francesco a Brescia; l'analoga positura della Madonna, le caratterizzazioni fisionomiche degli altri personaggi, da confrontarsi anche col quadro di Bedulita, i fili di luce dorata sui capelli e lo stesso doppio cerchio concentrico a simboleggiare i nimbi ne sono la più chiara conferma. L'artista è così giunto ad associare elementi di cultura cremonese e milanese, acquisiti in gioventù, con le novità apprese a Brescia; su questa falsariga stilistica si manterrà per il resto della sua attività (16). II pannello (17) raffigurante un'insolita vicenda è l'ultimo ritrovamento in ordine di tempo che si lega a questo contesto. La lunga tavola si presenta in parte deteriorata a causa di cadute di colore e sgranature che ne hanno consumato la superficie, anche se nella struttura generale ed in alcune partì la qualità dell'opera è più sufficientemente leggibile. Essa costituisce un problema a cominciare dall'interpretazione del soggetto; vi sono raffigurati tre incontri di personaggi variamente abbigliati, ambientati all'aperto in prossimità di una città e di un accampamento. Il dipinto, per ragioni stilistiche, si colloca in area cremonese, come testimoniano le tre tavole di predella, divise fra la Kress collection di New York e il Museo di Strasburgo, e il trittico raffigurante il Battesimo di Cristo con la Visitazione e San Giovanni Evangelista, datato 1511 (18). Si confronti, ad esempio, l'andamento sinuoso delle pennellate chiare, a lumeggiature, lungo le pieghe delle vesti o nel paesaggio. La cultura evidenziata dal pennello è anche legata a più elevate e vitali novità, trovando un preciso riscontro nelle citazioni dagli affreschi di Ghedi del Romanino e nei rapporti con la brillante e veloce stesura di Altobello Melone (come nell'Adorazione, del Seminario di Cremona, o nelle successive e già intrise di lottismi tavolette del trittico Picenardi). L'inedita tavola dovrebbe infatti essere un'ulteriore esemplare da riferire alla produzione del Prata. L'ingenuo e un po' statico svolgimento compositivo, risolto con un effetto quasi frontale, depone a far supporre che si tratti di un'opera dei primi anni del terzo decennio, legata com'è a precedenti ricordi cremonesi. La rigorosa e composta positura dei personaggi, le cui fisionomie femminili
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