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tutta la vita e che meglio conosciamo della sua attività, Rosalba sembra rivelare un autonomo impegno nella ricerca di tipo illuminista, di diversa natura rispetto agli studi che Canaletto svolgeva tramite la camera ottica, ma ugualmente fondati su rigorose e attente norme visive. Anche gli ultimi interventi sull'artista (4) hanno generalmente posto in risalto l'aspetto profondamente indagatorio che non viene smentito neppure da un ritratto a pastello, sinora inedito, conservato nella Pinacoteca di Cremona (inv. n. 807), pervenutovi con il lascito del marchese Giuseppe Sigismondo Ala conte di Ponzone. Il quadro (fig. 2), raffigurante un prelato, mantiene tuttora il vecchio riferimento a Gaspare Landi datogli dal Puerari, il quale lo ritiene pendant del cosiddetto ritratto della contessa Claudia Ponzone, attribuito dal medesimo studioso al pittore piacentino (fig. 3) (5). Entrambe le opere abbisognano di alcune precisazioni. La lettura dell'Inventario Generale della sostanza lasciata da S.E. il Cavaliere Giuseppe Sigismondo Marchese Ala conte di Ponzone morto il 2 maggio 1842 (6) consente di stabilire che il dipinto con l'effigie maschile (al n. 66) viene così descritto: "Ignoto, Ritratto d'un Prelato (forse del Cardinale Stopani dipinto a pastello)", mentre al numero precedente o al successivo di tale registro non è possibile rintracciare la descrizione dell'altra immagine femminile ricordata dal Puerari; quest'altro ritratto è invece reperibile al numero 92 del suddetto Inventario, nel quale viene elencato con queste parole: "Landi, Ritratto della Cont.a Beatrice Ala Ponzoni Carcano in 1/2 figura (dipinto a olio come sopra) rappresentata con velo sulle spalle". Per la perfetta corrispondenza tra la descrizione inventariale e le due opere del Museo cremonese si ritiene che non possano sussistere dubbi sulla loro identificazione. Dalle indicazioni fornite dal registro di donazione ricaviamo che i redattori non conoscevano il nome dell'autore del ritratto del prelato, mentre si rileva che esiste una traccia per il riconoscimento del personaggio raffigurato; inoltre, come conseguenza delle notizie trascritte poco sopra, la dama effigiata dal Landi andrà d'ora in avanti identificata con quest'altra personalità di casa Ponzone. Alla luce di tali informazioni, le ipotesi proposte dal Puerari vengono inequivocabil¬mente smentite, essendo in grado di concludere che i due dipinti esaminati non possono assolutamente considerarsi in coppia, vuoi per l'abisso qualitativo e cronologico che li separa, vuoi perché sono stati realizzati su supporti e con tecniche differenti e presentano dimensioni diverse (7). Il pastello della Pinacoteca di Cremona rispecchia la tipica impostazio¬ne della ritrattistica rosalbiana, a mezza figura, col busto e con le spalle disposte di tre quarti, diagonalmente rispetto all'osservatore, in modo analogo, per esempio, al ritratto di
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