|
22) Gerolamo di Benvenuto, Ritorno di papa Gregorio XV da Avignone (particolare), Siena, Santa Maria della Scala
|
|
|
|
23) Gerolamo di Benvenuto, Ritorno di papa Gregorio XV da Avignone (particolare), Siena, Santa Maria della Scala
|
|
|
|
24) Gerolamo di Benvenuto, Crocifissione, Siena, Oratorio dei Santi Gherardo e Ludovico all'Osservanza
|
|
|
|
maggiore ampiezza e spessore, visi rotondi, carni morbide e porcellanate ricoperte di panneggi che descrivono pieghe flessuose. Anche la visione della natura e del paesaggio si rende avvolgente, oltre che più attenta e sensibile, indice dell'avvenuta maturazione espressiva che non esclude ma, anzi, trova spiegazione nell'influenza subita dalle componenti culturali del Sodoma che Gerolamo assorbe con sicurezza, dimostrando un'evoluzione nel valore della luce e dell'interpretazione naturalistica. Questo concreto cambiamento si rileva anche nella « Crocifissione » affrescata nell'oratorio dei Santi Gherardo e Ludovico all'Osservanza di Siena (fig. 24). Alla luce di queste considerazioni, risulta assai prossima a questo momento anche la lunetta con il « ritorno di papa Gregorio XV da Avignone », nella chiesa senese di Santa Maria della Scala (fig. 21-23), e la predella con gli « episodi della vita di Santa Caterina da Siena », formata dai quattro pannelli divisi tra i Musei di Avignone, Berlino, Cambridge (U.S.A.) e Denver. La possibilità di collegare le due tavole qui presentate al complesso allestito per l'altare della « Madonna delle Nevi » viene automaticamente smentita dal confronto con i pannelli un tempo facenti parte della predella che narra la leggenda di papa Liberio (Firenze, Fondazione Berenson e Fondazione Longhi ; già Londra, collezione Drey ; già Detroit, collezione Graham) : vi sono troppe differenze sia dal punto di vista del programma iconografico, sia da quello più propriamente stilistico e cronologico. Al contrario, i due pannelli sono da riconoscere con assoluta certezza tra le quattro tavole di predella appartenute nell'Ottocento alla collezione di J. A. Ramboux di Colonia. Una di queste, raffigurante la « Madonna che appare a San Bernardino » (fig. 25), è pervenuta nel 1872 al Museo di Belle Arti di Budapest grazie alla donazione di Arnold Ipolyi. (3) Fino al catalogo della Galleria a cura di Pigler il dipinto recava l'attribuzione a seguace di Fiorenzo di Lorenzo, mutata con il riferimento generico ad anonimo artista umbro degli inizi del Cinquecento . (4) L'attribuzione a Gerolamo di Benvenuto è stata in seguito indicata da Miklós Boskovits. (5) Nell'elenco delle opere della collezione Ramboux, al cui numero 191 figurava la tavola ora a Budapest con l'attribuzione a Giovanni di Pietro detto lo Spagna, si indicano anche i soggetti degli altri tre pannelli che costituivano la serie. Questa era completata da un « San Ludovico di Tolosa », da una « Santa Elisabetta d'Ungheria » e dall' « Andata di Maria al tempio », aventi le medesime dimensioni del « San Bernardino ». Nei primi due soggetti dobbiamo senza dubbio
|