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Note su Marco d'Oggiono, discepolo di Leonardo

debba tenere conto di quanto sia penalizzante giudicare un'opera in precario stato di conservazione. Per questo motivo rimango dell'avviso che la geniale idea cieli' "Uomo che versa acqua in un bacile", nella Pinacoteca di Brera (cat. n. 89), si possa ancora considerare del maestro tanto quanto gli affreschi strappati, analogamente ad un prodotto certo stanco quanto tardo, come è il polittico della Parrocchiale di Oggiono (cat. n. 93) che, soprattutto se isolato da quella soffocante cornice che lo deturpa, non si scosta per nulla dagli esiti espressi nei pannelli del polittico di Maleo (cat. n. 44) e nella tavola con la "Vergine e Santi" della Galleria Arcivescovile di Milano. Maggiore cautela di giudizio, malgrado le vaste e fuorvianti ridipinture, merita anche l'affresco della "Vergine col Bam­bino tra le Sante Eufemia e Caterina d'Alessandria", dipinto nella cappella laterale destra della medesima chiesa di Oggiono (cat. n. 95), per il quale sarebbe particolarmente illuminante una pulitura che in questa sede mi sento di caldeggiare. L'autografia dello "Sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria" del Narodowe Muzeum di Varsavia (cat. n. 99; posto dal Sedini a confronto con una più debole tavola conservata nella fantomatica Galleria Nazionale di To­rino, da leggersi come Galleria Sabauda), non va neppure discussa tanto si affianca a quadri emblematici di Marco quali l' "Allegoria della Passione" (cat. n. 46) e la pala con i "Tre Arcangeli". Anche tra le "Opere espunte" troviamo dipinti riferiti in passato a Marco d'Oggiono, per i quali rimango dell'avviso che alcuni siano autografi. La "Vergine col Bambino" della National Gallery di Londra (cat. n. 105) è di ben differente qualità rispetto a quella di Princeton (cat. n. 96) affiancatagli dal Sedini. Malgrado le svelature subite negli incarnati e nei panneggi, l'opera ritengo sia fondamentale per comprendere il suo stile durante il primo decennio del Cinquecento. Analogamente a quanto già detto, anche la "Vergine che allatta il Bambino, adorati dal Battista già nella collezione Benson (cat. n. 108), assegnata a Marco d'Oggiono sia dal Berenson che da Suida, i quali la conoscevano direttamente, non ha ragione d'essere esclusa dal novero degli autografi: non vedo il motivo di respingere il riferimento di un quadro così tipico del suo percorso. Analoghe considerazioni si avanzano per il frammento del cosiddetto "San Cristoforo", conservato presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano (cat. n. 112) dove si evidenziano citazioni da Gaudenzio Ferrari, mentre maggiore cautela, dovuta soprattutto al non perfetto stato di conservazione, richiede il grande affresco della "Crocifissione" nel Refettorio dell'ex convento di Santa Maria della

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