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Note su Marco d'Oggiono, discepolo di Leonardo

2) Marco d'Oggiono, Gesù abbraccia San Giovannino, già Milano, Finarte

3) Marco d'Oggiono, Cristo sorretto da San Giovanni Evangelista, collezione privata
la personale interpretazione del classicismo peruginesco e raf­faellesco, con una materia pittorica che perde le tonalità sfumate a vantaggio di compatti e squillanti effetti cromatici. Alcuni esempi che testimoniano la fortuna di Marco presso i contemporanei sono il trittico appartenuto alla chiesa di San Sepolcro (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), il "San Giovanni Battista che appare a Gaspare Visconti" (chiesa di Santa Maria delle Grazie) e alcune pale d'altare come quella nella chiesa di Sant'Eufemia, sempre a Milano. Entro il 29 settembre 1516, giorno della consacrazione della cappella in Santa Marta, risale l'esecuzione dell'ancona raffigurante gli "Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele che sconfiggono il demonio" (Milano, Pinacoteca di Brera), mentre a partire dal 1519 il pittore è impegnato nella decorazione ad affresco di alcune cappelle in Santa Maria della Pace e, in collaborazione con Giovanni Agostino da Lodi, che doveva conoscere fin dagli esordi accanto a Leonardo, alla realizzazione del complesso pittorico per l'altare maggiore, ora diviso fra la Pinacoteca di Brera e altre collezioni. L'attività di Marco per il contado è documentata dal trittico con l'"Assunta fra i Santi Battista e Stefano" (Mezzana, Parrocchiale), dalla "Madonna col Bambino e tre Santi", eseguita nel 1524 per la Parrocchiale di Besate (Milano, Galleria dell'Arcivescovado) e dal polittico tuttora conservato a Oggiono (Parrocchiale), paese della Brianza lecchese dove ebbe origine la famiglia dell'artista; i vari pannelli di un altro polittico eseguito per il convento dei Minori Osservanti di Maleo sono ora divisi fra la Pinacoteca di Brera, il palazzo Arcivescovile di Milano e il Museo del Louvre. L'ultimo documento sul pittore, recentemente reso noto da Virginio Longoni, risale al 10 maggio 1525, quando Ippolita de Buzi, vedova di Marco, richiede di poter usufruire dei benefici descritti nell'eredità del marito defunto. Desideriamo ora puntare l'attenzione su una tavola dipinta ad olio (cm. 65 x 49) raffigurante la "Vergine con il Bambino in grembo" che è stata inserita nella recente monografia dedicata al pittore (D. Sedini, Marco d'Oggiono, Milano, Roma, 1989, p. 161), nel contesto della scheda di un'altra "Madonna col Bambino" in collezione privata milanese (già vendita Sotheby's Montecarlo, 17 giugno 1988, lotto n. 805). L'autore del volume, pur non avendo visto direttamente l'opera in questione, la giudica "una replica di fattura molto simile" rispetto all'altro esemplare noto; sempre secondo il medesimo studioso, il quadro "risulta in cattivo stato di conservazione, molto sporco e con degradazione della superficie pittorica". Il dipinto è a me noto dal mese di marzo dello scorso anno. Non solo il suo stato di conservazione non corrisponde affatto alle condizioni riportate

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