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Note su Marco d'Oggiono, discepolo di Leonardo

1) Marco d'Oggiono, Vergine con il Bambino in grembo, Milano, collezione Factorit

Marco d'Oggiono (circa 1470 - 1525), pittore della cerchia di Leonardo da Vinci nel periodo della sua permanenza a Milano, è sicuramente il maggiore artista che abbia avuto i natali nel territorio lecchese. Alcune sue opere figurano ancora in queste zone (in particolare si ricordano il polittico e l'affresco della Chiesa parrocchia­le dedicata a S. Eufemia a Oggiono), mentre la maggior parte di esse sono disperse nel mondo, presso Gallerie pubbliche e Collezioni private. Una tavola di Marco d'Oggiono, rappresentante la "Vergine con il Bambino in grembo", è entrata recentemente a fare parte della collezione della FACTORIT di Milano, la società di factoring delle banche popolari italiane, al cui capitale partecipa anche la Banca Popolare di Lecco, la quale è quindi lieta di presentare ai lettori della sua rivista un'opera importante dell'artista. L'occasione consente all'autore del commento di tracciare una breve ricostruzione dell'attività del pittore e di fornire un aggiornamento circa il dibattito critico in corso su Marco d'Oggiono e l'attribuzione controversa di alcune sue opere. Il pittore è tra i primi artisti lombardi ad avere avuto un rapporto di discepolato con Leonardo da Vinci durante il lungo soggiorno di questi a Milano presso la corte sforzesca (1482-1499). Figlio di un orefice, Marco d'Oggiono nel 1490 è infatti documentato fra gli stretti seguaci del maestro vinciano, presso il quale aveva compiuto la sua formazione negli anni precedenti a tale data. L'anno seguente sottoscrive insieme a Giovanni Antonio Boltraffio l'atto per l'importante e prestigiosa commissione della pala raffigurante la "Resurrezione di Cristo tra i Santi Leonardo e Lucia"", eseguita alcuni anni più tardi per l'oratorio di San Leonardo presso la chiesa di San Giovanni sul Muro (ora a Berlino Est, Bode Museum). Oltre al Boltraffio, egli dovette essere in diretto contatto con l'intero ambiente milanese, in particolare con gli altri artisti particolarmente vicini a Leonardo, come Giovanni Ambrogio de' Predis e Francesco Napoletano. In seguito, la sua attività si svolge tra Milano e Savona, città nella quale è presente nella primavera del 1501 per realizzare in Duomo un ciclo di affreschi (perduti), commissionatigli dal Cardinale Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II. Al momento del soggiorno ligure risale anche l'esecuzione (1503) di un grande polittico compiuto in collaborazione con Battista da Vaprio che, dopo il ritorno di Marco a Milano, funge da suo procuratore per le questioni rimaste in sospeso. Nell'ambito milanese l'artista raggiunge una notevole notorietà, tale da permettergli di acquisire anche numerosi impegni pubblici di rilevante portata. Alla fondamentale lezione leonardesca, sempre presente lungo la sua carriera artistica, egli affianca

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