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rifugiarsi anche altrove e la sua attività si sia poi svolta in altre città del meridione, magari in Puglia, dove sembrano concentrarsi con maggiore insistenza i fermenti artistici simili al suo stile, con i due Fracanzano e altri giovani artisti in sintonia con le opere del Do. E’ certamente lui il Joan Dose che nel 1617 viene ammesso al Collegio dei pittori di Valencia, con l’obbligo di frequenza di cinque anni e la riduzione della retta perché “straniero”. Straniero di religione, probabilmente, tanto che nelle chiese di Jativa non risulta battezzato nessun bambino con questo nome. Gli stessi soggetti, quasi mai connessi strettamente a temi cattolici, quando lo sono, come negli Annunci o nelle Adorazioni, vedono protagonisti le pecore e i pastori. Enormi pecore setose e rudi pastori. Argomenti svolti in chiave come dire profana o meglio laica, o piuttosto ebraica, elevati a manifesti del significato etico del tema, rappresentativi del profondo sentimento biblico, ricordando, come sottolinea De Vito, il rituale della Pasqua ebraica, il giorno dell’inizio dell’Esodo dall’Egitto. Così le molte figure singole, sempre in meditazione sulla propria condizione umana, con uno spirito solenne e come sacrale nell’accettazione della vita terrena.
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