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1) Juan Do, Un filosofo, collezione privata
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1a) Juan Do, particolare del monogramma JDO (\
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Possiamo affermare che il dibattito sul complesso problema dell’identificazione del Maestro dell’Annuncio ai pastori sia finalmente giunto al termine. Siamo infatti in grado di definire con certezza il nome dell’anonimo maestro che ha turbato le notti a molti studiosi e appassionati di pittura antica. Un dipinto finora inedito, il Filosofo con un libro apparso nella vendita del gennaio scorso a New York, oltre a possedere la dote non trascurabile di essere certamente assegnabile al catalogo del pittore, reca infatti un monogramma, e questo intreccio di iniziali conduce alla conferma del nome brillantemente formulato in una recente ipotesi (G. De Vito, Variazioni sul nome del Maestro dell’Annuncio ai pastori, in “Ricerche sul ‘600 napoletano”. 1998, pp. 7-62). Come se non bastasse, oltre alla ritrovata opera col monogramma, è possibile cogliere una serie di conferme dalla ulteriore lettura e interpretazione delle scarse notizie sul suo conto. La vicenda prese corpo fin dal 1923 quando August L. Mayer, intervenendo a proposito della tela raffigurante l’Annuncio ai pastori, passata in quegli anni al museo di Birmingham, respinse l’attribuzione a Velazquez, rapportandola piuttosto all’ambito della bottega di Ribera. A questo riguardo ricorda gli allievi che lo storico napoletano De Dominici nomina attorno al maestro spagnolo: Antonio Giordano, padre di Luca, Giovanni Do e Bartolomeo Passante, indicando implicitamente che il nome del pittore vada circoscritto a questa rosa di artisti. Nel 1935 Roberto Longhi intervenne nella questione, comprendendo il valore del pittore che egli stesso definisce superiore al maestro Ribera e indicando che a suo avviso vada riconosciuto nel Passante. Il dibattito riprese nel 1954, quando lo studioso spagnolo José Milicua diede voce al nome che Ferdinando Bologna, storico dell’arte allievo di Longhi, soleva chiamare Maestro dell’Annuncio ai pastori. Il Bologna nel 1958 ebbe modo d’intervenire personalmente a sostenere la propria paternità e le opinioni personali, discordando dall’identificazione in favore di Bassante o Passante che sia. Questo primo nucleo di opere si ampliò nel corso degli anni, insieme al tentativo di dare un nome all’artista storicamente esistito. E’ così che prende corpo il filone che sostiene l’ipotesi in favore di Bartolomeo Bassante o Passante, rispetto a quella, in tono minore, per Giovanni Do. Solo ultimamente la circostanziata ipotesi formulata dall’appassionato collezionista Giuseppe De Vito ha riportato l’attenzione su quest’ultimo quale probabile autore delle opere del Maestro. E, di fatto, il monogramma identificato sulla tela del Filosofo (New York, vendita Christie’s, 29 gennaio 1999, lotto n. 127) conduce proprio a questa conclusione. Un vecchio tenebroso raffigurato di profilo, con la barba bianca e i capelli scompigliati, legge
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