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Francesco Napoletano ossia il Maestro della Pala Sforzesca

3b) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Pala Sforzesca (particolare della Madonna col Bambino), Milano, Pinacoteca di Brera

4) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Pala Sforzesca (particolare), Milano, Pinacoteca di Brera

4a) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Pala Sforzesca (particolare dei Santi), Milano, Pinacoteca di Brera
conferma le relazioni col maestro vinciano al punto da rendere probabile che si possa identificare con uno dei ‘Francesco’ nominati nei manoscritti databili tra il 1494 e il ‘97 (10). I dipinti del Maestro della Pala Sforzesca si verrebbero dunque a innestare nel catalogo di Francesco Napoletano, del quale conosciamo un numero esiguo di opere, tutte piuttosto vicine fra loro e presumibilmente databili nell’ultimo lustro del Quattrocento. Osservando la Pala Sforzesca è fondamentale isolare visivamente le parti eseguite con maggiore autonomia e personalità: il volto della Vergine, la posa del Bambino e degli angeli, le espressioni assorte dei Santi e le mani di tutti questi personaggi (fig. 3,4,5,6). Noteremo che sono definite da un disegno dei contorni incisivo e vibrante, fremente e nervoso, tutt’altro che incerto, significativo indice di una personalità assolutamente degna di attenzione, tutt’altro che soggetta a quella pesantezza disegnativa, troppo spesso sottolineata ingiustamente. Andando nei dettagli scopriamo una totale somiglianza d’intenti nella realizzazione delle espressioni rispetto alle opere del Galli. Consideriamo innanzitutto le due Madonne col Bambino, rispettivamente della Pinacoteca di Brera e del Kunsthaus di Zurigo, dove si conserva anche la fondamentale paletta firmata per esteso con la Madonna in trono tra San Giovanni Battista e San Sebastiano. Che questo nucleo di opere sia ben omogeneo dovrebbe essere ormai chiaro alla critica, che accoglie anche il Ritratto maschile di Kansas City, il Redentore di Sarasota e la Madonna col Bambino e due angeli di Stoccolma (11). E’ infatti impensabile che la Madonna col Bambino di Zurigo sia attribuibile allo spagnolo Fernando de Llanos, corrispondendo sia nelle iniziali del monogramma, sia stilisticamente al nostro pittore Napoletano. A lui va anche restituita la Madonna col Bambino del Cleveland Museum of Art di Cleveland, come in passato suggerito (12), che presenta caratteri a mio avviso tipici del Galli. Sono tutte opere che si scalano negli ultimi anni di attività del pittore, che sappiamo morto entro il 21 agosto 1501 quando si trovava a Venezia. E un innegabile sapore veneziano, lagunare, trasmettono alcuni di questi dipinti oltre al San Sebastiano già Sotheby’s a Londra (fig. 8a). Tornando al Maestro della Pala Sforzesca, in primo luogo desidero insistere sulla straordinarietà dei risultati espressivi raggiunti dal pittore nell’abside di Annone Brianza in una data che ritengo non vada oltre quella saggiamente proposta dalla Binaghi, fra il 1496 e il ‘98, intuendo nel maestro «una cultura cortese lombarda, ancora troppo vitale, per non essere ancorata ad una corte in vita» (13). L’attenzione con cui il Maestro dimostra di recepire di prima mano, come

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