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1) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Crocifissione (particolare con San Giorgio), affresco nel presbiterio della chiesa di San Giorgio, Annone Brianza (Lecco)
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1a) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Crocifissione (particolare con la Maddalena), affresco nel presbiterio della chiesa di San Giorgio, Annone Brianza (Lecco)
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2) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Crocifissione (particolare con la Maddalena e la Vergine), affresco nel presbiterio della chiesa di San Giorgio, Annone Brianza (Lecco)
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Uno dei temi più appassionanti nell’ambito degli studi intorno a Leonardo e alla cerchia milanese dei suoi allievi riguarda da oltre un secolo l’identificazione dell'autore della cosiddetta Pala Sforzesca (Milano, Pinacoteca di Brera). Il dipinto, ben noto non solo alla critica più specializzata, per essere l’opera ufficiale della corte sforzesca, venne commissionato dallo stesso duca Ludovico che vi si fece ritrarre insieme ai più stretti familiari. La grande tavola raffigura la Vergine col Bambino in trono fra i quattro Dottori della Chiesa, Ludovico il Moro, la moglie Beatrice d'Este, i figli Cesare e Massimiliano con due angeli. Venne eseguita per la chiesa milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus ‘extra muros’, poco fuori Porta Tenaglia e non distante dal Castello, completata probabilmente entro il 1494. Dopo molti e svariati tentativi che hanno visto avanzare nomi quali lo stesso Leonardo, Bernardo Zenale, Ambrogio de’ Predis e Bernardino de’ Conti (1) la critica ha preferito mantenere lo pseudonimo coniato dal Malaguzzi Valeri, il quale già nel 1905 ricordava come il «quesito della paternità artistica del quadro, così suggestivo nella sua rudezza di forme, ha affaticato quanti si occuparono della pittura lombarda nel suo periodo migliore» (2). Il risultato di quegli studi fu di ampliare il catalogo del pittore con alcuni contributi fondamentali, con dipinti e alcuni disegni preparatori, fino a individuare in lui l’autore di uno degli episodi più interessanti del leonardismo lombardo ad affresco, il ciclo nel presbiterio della chiesa di San Giorgio ad Annone Brianza (fig. 1, 2) (3). A rendere ancora più inestricabile l’interpretazione del maestro della Pala Sforzesca ha certo contribuito il rigido progetto iconografico imposto al pittore dalla committenza. Le rigide regole iconografiche e l’ufficialità dell’incarico sembrano aver bloccato il suo autore, limitando il manifestarsi del suo stile, come testimonia assai bene l’unico documento relativo alla pala: la lettera che il segretario ducale Marchesino Stanga invia il 22 gennaio 1494 al duca Ludovico il Moro, nella quale si precisano le limitazioni e gli obblighi cui l’autore si deve scrupolosamente attenere, «come se il suo compito non fosse che di eseguire un’opera già discussa nel suo aspetto e prefissata rigidamente nei suoi contenuti» (4). Appare assai probabile che il pittore in questione si avvalse dell’appoggio e della determinante introduzione di Leonardo presso la corte di Ludovico il Moro. Non sbagliarono nel giudizio sia il Frizzoni, che osservava come il quadro «rivela la mano d’un pittore che dovette aver subito ad un tempo l’influenza del vecchio caposcuola lombardo Foppa e del maestro toscano Leonardo» (5), né la Direzione della Pinacoteca agli
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