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5) Sodoma, Martirio di San Sebastiano, Parigi, Musée Jacquemart-André
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6) Sodoma, Pietà, Roma, chiesa di Santa Maria dell'Orto
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vercellese nei confronti dell'arte di Leonardo né nella prima opera sicura del suo repertorio, gli affreschi nel refettorio del monastero di Sant'Anna in Camprena presso Pienza, commissionatigli il 10 luglio 1503 e ultimati entro il giugno dell'anno successivo (9), né nelle altre opere giustamente ricondotte ai suoi primi anni di attività. Mi riferisco alle numerose varianti del tema della Pietà, nelle quali è assente o del tutto marginale qualsiasi riferimento formale al Vinciano, se si eccettua l'adesione a taluni concetti sul «lume» e sui «moti dell'animo». Al contrario di quanto si verifica in alcuni episodi olivetani, come nel San Benedetto che predice la distruzione di Montecassino (fig. 3), apice dell'influenza della Battaglia di Anghiari, o nel San Benedetto che riceve i giovani Mauro e Placido e nella storia dell'Ostia sacra sul corpo del monaco morto, esplicite citazioni del repertorio tipologico del Vinciano. Il dipinto più antico che personalmente ritengo gli vada riconosciuto risale certamente al periodo milanese. Si tratta del Martirio di San Sebastiano, al Musée Jacquemart-André di Parigi (fig. 5), che in passato era anche stato assegnato alla «Scuola del Sodoma» (10). In verità il quadro appartiene realmente all'ambito bramantesco più colto, con la considerazione a posteriori, aggiungo io, della particolare affinità alle proposte di fine secolo di Giovanni Agostino da Lodi, del quale ricalca motivi che hanno in comune la fonte foppesca: si veda, per esempio, l'interessante convergenza che si instaura con la prova del lodigiano dal medesimo soggetto (11) del lodigiano, diversamente interpretato ma chiaramente frutto della medesima temperie culturale che coinvolge anche un altro interessante personaggio in quegli anni a Milano: Francesco Napoletano (12), del quale il giovane Sodoma deve aver vissuto le suggestioni della personale interpretazione della pittura lombarda in chiave leonardesca, dati i riscontri in senso luministico e formale. Ma, a ben vedere, la tavola di Parigi presenta in anteprima alcune delle caratteristiche che diverranno assolutamente peculiari del modo di esprimersi del Bazzi: come negare il chiaro rapporto che intercorre tra il soldato stante di profilo e l'angelo nella Pietà di Santa Maria dell'Orto a Roma (fig. 6), nella quale il Cristo presenta altrettanto evidenti legami con la figura del San Sebastiano? Lo stesso soldato sembra anticipare la serie di donne nella medesima posizione che assistono alla Moltiplicazione dei pani a Monteoliveto, mentre il bassorilievo a monocromo è già indice del gusto per l'antico che diviene prerogativa del nostro artista quando si stabilirà in Italia centrale, come pure il fitto motivo delle pieghe delle vesti trova spazio in altre figure eseguite dal nostro artista.
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