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Appunti ferraresi. Altri tasselli per il Garofalo

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La definizione degli orientamenti giovanili per i pittori che nel seguito della loro carriera artistica raggiungono un particolare risalto rappresenta certo uno degli aspetti più complessi ma anche più affascinanti della ricerca storico artistica. Questi momenti sono anche i più ardui da chiarire e la critica si trova spesso in disaccordo. Approcci ingenui, tentativi di continuo modificati, cambiamenti talvolta repentini mettono in evidenza la ricerca degli artisti alle prime armi che, seppur vivacemente sorretti dall'entusiasmo, dimostrano la loro incertezza o il loro sperimentalismo, riflessi, credo, di un carattere più o meno coraggioso e spregiudicato.
Anche per la giovinezza di Benvenuto Tisi esistono alcune discordanze di opinione circa le sue prime opere. Intendo tornare perciò su di una proposta già avanzata con acume da Adolfo Venturi e accolta da Roberto Longhi ma successivamente accantonata (1), secondo la quale nel dipinto raffigurante la 'Vergine in trono col Figlio, affiancata dai Santi Domenico e Chiara', della National Gallery di Londra /tavola 6/ oggi attribuita ad anonimo ferrarese (2), va riconosciuto uno degli esempi più antichi della sua oggi tanto indagata esperienza figurativa.(3) Gesù in grembo, seduto sul ginocchio della madre trattiene la cordicella che lega un uccellino. Le esili figure dei Santi con le tonacelle dall'appiombo lineare denotano un fare ancora stentato e, insieme, genuino, incerto nella volumetria quanto elegante e raffinato nei particolari. La diretta discendenza dall'attività di Lorenzo Costa verso gli anni a cavallo dei due secoli e il significativo ricordo delle presenza di Boccaccio Boccaccino sono tanto espliciti quanto è chiara l'appartenenza del suo autore all'ambiente ferrarese, confermata per altro dalla provenienza del dipinto dalla collezione Costabili.
Lasciata nell'anonimato ferrarese dal catalogo del Gould (4), e classificata dal Berenson come 'Ferrarese - Bolognese (close to early Garofalo)' (5) insieme alla 'Presentazione al tempio', in seguito assegnata con ragione al giovane Mazzolino (6), la tavoletta merita maggiore attenzione. L'opera possiede i tipici caratteri di un artista non ancora formato in modo definitivo. Tuttavia si nota una serie di elementi utili per ripresentarla agli esordi del Garofalo e chiarirne le componenti culturali. Alle opere di Domenico Panetti dei primissimi anni del Cinquecento si avvicina soprattutto per le movenze pacate, lontane dal vorticoso procedere increspato e tagliente del Maineri, mentre nella gracilità delle figure e nell'atteggiamento ritmico dei profili si accosta agli esempi di cultura centro-italiana, umbra e peruginesca, che l'accomunano al Costa. Per il nostro autore furono particolarmente significativi dipinti del Panetti come il 'Compianto sul corpo di Cristo' della Pinacoteca Nazionale di Ferrara e la pala datata nell'aprile 1503, ora nella collezione della

NOTE

AVANTI

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